Pagare si deve, ma il giusto e a rate
Alfonso Cipolla
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Perché e a quale titolo scrivo questo appello ai consiglieri comunali, agli amministratori e al sindaco?
Innanzi tutto come cittadino di questo paese a cui sono profondamente legato; poi per la mia passione politica: infine perché spinto dalle pressioni di decine e decine di concittadini, per l’immaginario dei quali sono rimasto quello del rogo pubblico al parco urbano delle bollette care e ingiustificate della spazzatura, ai brutti tempi dell’Ato Cl1 presieduto dal discusso signor Cimino per altro finito in galera per aver usato a fini personali i soldi dei contribuenti che pagavamo i rifiuti.
Ne è passato di tempo da allora, mi sono ritirato dalla competizione elettorale in prima fila per i motivi che tutti conoscono, ma non ho mai smesso di lottare per difendere sotto altre forme e in altre vesti, i cittadini più deboli ; e lo faccio ancora una volta, tirato ib ballo per i capelli ormai bianchi dai miei concittadini.
La mia professione facilita il contatto con i cittadini e le famiglie: oltre il rapporto medico-paziente, si diventa amici e anche confidenti, così si arriva a conoscere i sentimenti e le confidenze di tutti. Ma in questo caso delle bollette care e poco giustificate che tormenta l’intero paese, non occorre altro che farsi un giro per il paese, per raccogliere l’umore dei suoi abitanti che è nero, anzi nerissimo. Si lamentano tutti: cittadini privati, professionisti, artigiani e commercianti ed è proprio tra questa categoria in crisi che sta crescendo la protesta più alta.
A molti di loro – a poche ore dalla scadenza – non sono state inspiegabilmente recapitate le bollette “pazze” !!!
Gli interessati -ufficialmente- non sanno quanto invece si sa in paese: da giorni una nota pasticceria e un ancor più noto ristorante sarebbero stati tassati rispettivamente con 8 e 12 mila euro! Certamente il non aver loro già consegnato le bollette quando la scadenza è tra poco più di 48 ore, non depone a favore dell’Amministrazione la quale con questo mezzuccio sembra abbia voluto ammortizzarne le reazioni con una specie di promessa di una marcia indietro.
Restando nell’ambito commerciale appare incomprensibile il criterio adottato per alcuni esercizi commerciali per cui – sempre stando alle voci che filtrano dal municipio – ci sarebbero per esempio i bar del centro di grandi dimensioni che pagano moltissimo di più di qualche chiosco-bar di dimensioni inferiori! Ecco cosa accade quando si decide di far pagare in base ai metri quadrati e non anche in base al reddito effettivo; si può verificare che un piccolo locale paghi di meno dei grandi bar del centro che non navigano nell’oro e vivono solo su una ristretta cerchia di clienti, insomma al netto delle tasse stanno aperti senza alcun guadagno degno di questo nome.
Di questi casi, da parte dei così detti responsabili, si sarebbe dovuto tenere conto prima della bollettazione senza attendere le giustificate proteste che verranno non appena il settore commerciale riceverà le temute bollette ripeto tenute inspiegabilmente nel cassetto a pochi giorni dal pagamento. Corre voce che gli amministratori abbiano provato quasi vergogna e che studino qualche trovata per ridurre queste megabollette.
Non si sogni però l’Amministrazione di ridurre (come sarebbe auspicabile e giusto) le bollette ai soli commercianti e farle pagare intere ai cittadini comuni!
Se ci sarà una riduzione valga per tutti e non sia spalmata sulla cittadinanza rimanente. Siamo tutti uguali. E allora bisogna domandare a chi di dovere: “Come mai aquesti cittadini finora non hanno ricevuto le bollette e quindi potranno essere giustificati nel non pagare lunedì prossimo la prima rata delle bollette, mentre tutti gli altri le dovremmo pagare?”. Bisogna concludere amaramente che nel nostro paese convivano cittadini di serie A e di serie B?”
Il blog Milocca – Milena Libera ha già dato spazio e voce alle lamentele che emergono e si sentono un po’ dovunque, nelle strade, nelle banche, nelle sale di attesa degli ambulatori, nei negozi, nelle case… in ogni posto.
Soltanto gli amministratori forse non le possonoascoltare in diretta, per il semplice fatto che da giorni e giorni non si fanno trovare nell’unico posto in cui dovrebbero stare: dentro il municipio; là dove non vi è traccia del sindaco, del sottosindaco e degli assessori, così si lamentano e dicono i cittadini che sempre più numerosi vanno al palazzo di città per portare le loro lamentele e chiedere il ribasso delle bollette e il pagamento in più rate.
Il Pd di questo sentimento di rabbia e di queste legittime richieste si è fatto portavoce promuovendo una raccolta di firme con la quale i cittadini che non sono pecoroni potranno manifestare il loro dissenso e la loro proteste rafforzando il compito dei consiglieri della minoranza i quali avevano proposto – inascoltati – di non applicare almeno la Tasi in questa parte finale del 2014, visto che il bilancio del comune era in attivo.
Ora in paese circolano voci di rivolte fiscali e di scioperi, insomma non si vogliono pagare le bollette alla scadenza in attesa che queste siana ridotte d’importo e frazionate in più rate. La situazione può degenerare da un momento all’altro se non si ricorre ad una soluzione che prevenga ulteriori danni ai cittadini di Milena che decidessero di non pagare e quindi rischiare di pagare multe salatissime: ottenendo oltre al danno, la beffa.
In tanti potrebbero soffiare sul fuoco e spingere i milenesi ad azione inconsulte e forti. Anch’io potrei farlo ma non lo faccio per non creare ulteriori danni alla cittadinanza: siamo ancora in tempo per evitare disastri e danni ai milenesi solo che lo si voglia.
Se infatti il presidente del consiglio riunisse i capigruppo consiliari e organizzassero un consiglio comunale immediato e straordinario per far slittare il pagamento e aumentare il numero delle rate…
Se il sindaco e gli assessori lunedì prossimo facessero una giunta per rinviare la scadenza e poi partecipassero ad un auspicabile incontro con la cittadinanza per raccogliere le proteste e le proposte, se incontrassero anche professionisti, artigiani, commercianti per vedere di ovviare a bollette impagabili e mal ripartite…
Se i cittadini nel frattempo si organizzassero in un comitato che li rappresenti e porti avanti le giuste rivendicazioni…
Allora sì che daremmo tutti esempio di maturità e di buon senso ma soprattutto eviteremmo disordini e danni alla cittadinanza che, ci vuol poco, è ai limiti della sopportazione. Ciò che manca in questo paese è la democrazia praticata, i momenti di pubblico confronto in cui i politici dialogano con gli amministrati e questi possono esprimere i pareri, le proteste e le proposte.
E sui costi della raccolta dei rifiuti ce ne sarebbero cose da dire e da ridire. Lo potremo fare se dall’Amminsitrazione giungerà un segnale di comprensione e di dialogo.
E, per favore, non spariamo sul pianista. Corrono o si fanno correre voci che il responsabile di tutto sia il capoarea amministrativo. Troppo comodo trovare un capro espiatorio, a buon mercato.
La verità è diversa e coinvolge la responsabilità di chi amministra la cosa pubblica che ha il dovere di tenere conto della situazione di crisi in cui versa il paese pieno di pensionati e disoccupati, con i giovani costretti ad emigrare e gli esercizi commerciali che stentano a restare aperti quando non chiudono.
In tali casi non si può pagare un kg d’immondizia molto ma molto di più della carne e si ha il dovere di trovare tutte le soluzioni per ridurre i costi: tutte, ma proprio tutte, anche quelle che possono sembrare le più rivoluzionarie. Non esclusa quella di far riaprire a furur di popolo la discarica di Serradifalco o la nostra: nessuna legge può essere talmente ingiusta da imporre tasse impagabili alla popolazione!