Giufà e la statua di gesso
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Un giorno la madre disse a Giufà: “Prendi un po’ di questa tela; vai a venderla in qualche paese lontano, ma fai attenzione, l’hai da vendere a quelle persone che parlano poco”.
Giufà partì con la tela in spalla e andò a venderla.
Arrivato in paese cominciò a gridare: “Chi vuole la tela!”.
Le persone lo chiamavano, ma cominciavano a parlare assai: a chi pareva grossolana, a chi pareva cara. A Giufà invece pareva che parlassero assai, e non gliene voleva dare.
Cammina di qua, cammina di là, si infila in un cortile. Non c’era nessuno; ma ci trovò una statua di gesso e Giufà le disse: “La volete comprare la mia tela?”
La statua non rispondeva; ma intanto Giufà vide che parlava poco:
“A voi, che parlate poco, voglio vendere la tela”.
Prende la tela e gliela mette su una spalla.
“Domani vengo per la grana”, e se ne andò.
Quando fece giorno, tornò dalla statua per riscuotere i quattrini, ma la tela non la trovò, e arrabbiato le ripeteva:
“Dammi i soldi della tela”.
Ma la statua continuava a stare zitta.
“Giacché non mi vuoi pagare, ti faccio vedere chi sono io”, e afferrato un bastone comincia a prenderla a mazzate fino a ridurla in pezzi.
Ma (sorpresa ! ) nella pancia ci trova una pentola di denari.
Si mette i denari nel sacco e se ne torna da sua mamma.
Arrivato da sua madre le disse: “La tela la vendetti a uno che non parlava, ma la grana la sera non me ne dette; poi ci tornai la mattina col bastone, l’ammazzai di legnate, la gettai a terra e (finalmente) mi dette ‘sti denari >.
La mamma, che era furba, gli disse: – Non dire niente a nessuno, che a poco a poco ci godremo ‘sti denari -.
Fonte Tuttoscuola
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