Per grazia ricevuta
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Dice Carlo Petix:
“In seguito i coniugi Sferlazza originari di Milena ma emigrati in America, ricevettero una grazia da Padre Gioacchino. Per ringraziamento a perenne ricordo, decisero di fare costruire una cappella a loro spese. Affidarono i soldi e l’incarico di seguire i lavori al loro parente Giovanni Cassenti. Il progetto fu realizzato dall’architetto Pantano di Caltanissetta che diresse anche i lavori.
Quando fu il momento di mettere la croce nella nuova edicola, costruita nel posto dopo aver demolito la cappellina in gesso, siccome era molto grande, fu segata e ridotta alle dimensioni attuali. La Cruci fu posta in alto.
All’interno della nuova cappella venne posta un’immagine dell’Addolorata e sotto di essa un bassorilievo con l’immagine di Padre Gioacchino.
Alla nuova cappella badarono i vicini. Ricorda ancora la sig. Cassenti Maria.
“La cappella nuova è stata costruita dai coniugi Sferrazza Salvatore e Graziella Cassenti che diedero l’incarico di dirigere e seguire i lavori al sig. Cassenti Giovanni. Il cav. Cassenti ha voluto donare un bassorilievo ovale della Madonna Addolorata che fu collocato al posto dell’antico quadro che non si sa chi se lo ha preso. Oggi sono io che mi occupo della Cappella, provvedo a pulirla, cambiare le tovagliette e mettere i fiori. Non c’è alcun fondo cassa per la gestione della cappella, la gente collabora offrendo qualche cerone e qualche mazzo di fiori.
Mi aiuta nella gestione la signora Schillaci Paolina (Pina), vedova del sig. Giovanni Mattina. Si deve a lui la proposta di illuminare con luce elettrica la cappella, mettendo un contatore e facendo pagare la bolletta a turno alla persone che badano alla cappella. Furono raccolte le firme a tutti gli abitanti della via Nazionale che accompagnarono la richiesta al comune di fare illuminare la cappella. Il sindaco di allora, il dottore Giuseppe Luparelli accolse la proposta.La signora Pina Schillaci invece fece inserire un orologio per fare accendere e spegnere automaticamente l’illuminazione o a piacimento.
Le sorelle Tona, per grazia ricevuta forse per il nipote Paolo, in seguito fecero rivestire i lati aperti della cappella con vetrate per evitare la polvere.
La signora Cassenti Carmela (sposata con Carmelo Cipolla, figlia di Giovanni Cassenti e Chiarelli Pietra) ricorda le origini della nuova croce fatta erigere dai coniugi Sferlazza che prese il posto della vecchia di cui abbiamo già parlato.
Il padre di Salvatore Sferlazza, originario di Racalmuto, aveva sposato la sorella di “lu zì Stefano Cassenti” un parente di mio padre Giovanni Cassenti. Erano poi emigrati in America. Dopo la fine della seconda guerra mondiale si sono ripristinate le comunicazioni tra loro e i parenti rimasti a Milena. Salvatore Sferlazza in una delle tante lettere incarica lo zio di provvedere alla ricostruzione della vecchia cappella per grazia ricevuta. Era stato gravemente malato e aveva promesso in segno di riconoscenza per la guarigione che avrebbe ristrutturato “la figureddra” della croce.
Lo zio fece leggere la lettera a mio padre che avendo competenza nel campo edile s’incaricò di eseguire il compito. Contattò l’ingegnere Luigi Pantano di Canicattì che preparò il progetto e ottenne l’autorizzazione ai lavori. Quando, dopo qualche mese, cominciarono i lavori la vecchia cappella fu demolita. I calcinacci sono stati raccolti dai fedeli e portati a casa come reliquie. La croce in legno, consumata dal sole e dalla pioggia venne ripulita e ridimensionata e sistemata nell’attuale sito. Anche i frammenti della croce furono divisi tra i fedeli presenti.
I lavori erano seguiti da tante persone che per fede sostavano vicino al cantiere.
Negli anni 1960 questo quadro fu sostituito da un altro donato da mio padre in memoria di mia madre. Non conosco la fine del vecchio, ma penso che l’abbia preso qualcuno del vicinato.
Ricordo che dal tetto della vecchia cappella a forma di forno pendeva una pianta di capperi che l’adornava con il suo verde e i suoi fiori.
La croce per noi è stata sempre un punto di riferimento. Si andava in pellegrinaggio recitando il rossario, si invocava Padre Gioacchino nelle necessità e nelle malattie, per lui c’è stata tantavfede che a molti bambini è stato imposto il suo nome. Con la costruzione della nuova stele si è avverata l profezia di Padre Gioacchino che quando portò sulle spalle la croce in quel sito che allora era una “trazzera” con a lato qualche csa rurale, ha detto: “…un giorno questo sarà il corso principale del paese”. Questo l’ho appreso da Don Paolino Tona. Adesso la nuova costruzione di adatta al nuovo aspetto del paese.
L’INAUGURAZIONE.
Nell’Agosto del 1948 a lavori ultimati sono arrivati dagli Stati Uniti e precisamente da Detroit dove risiedevano i coniugi Salvatore e Grazia Sferlazza per assistere all’inaugurazioine. Alla Cerimonia hanno partecipato le Autorità Civili e Religiose e un folto numero di fedeli.
Il quadro della Madonna che durante i lavori era stato custodito in Chiesa, è stato riportato nella nuova Stele in processione e ricordo che lo portavano alcune giovane, In prima fila c’era la figlia dell’Ingegnere progettatore e mia cugina Mela. Mentre l’attuale quadro è stato donato da mio Padre in memoria di mia Madre. Non conosco la fine del vecchio, ma penso l’abbia preso qualcuno del vicinato.
Sono state fatte tante fotografie, alcune delle quali anch’io avevo……
Grazie a voi stiamo scoprendo la storia del nostro paese. Perché non raccogliete tutte queste belle storie e fate un libro?
MML: E’ in programma. Stiamo raccogliendo tutto il materiale possibile, abbiamo conatattato gli elementi più validi del paese. Poi ci rivolgeremo a degli sponsor per coprire le spese. Infine speriamo di farlo avere ad ogni famiglia. Speriamo bene. PS. Chi vuole può aggiungersi al gruppo.
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