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Penso che il fatto di sangue avvenuto recentemente a Bronte debba indurci a riflettere seriamente sulle cause che stanno creando nel mondo dei giovani una spirale di violenza sempre più cruenta e davvero aberrante.
Credo in proposito di essere stato buon profeta allorché nel mese di giugno scorso sulle pagine di questo giornale ebbi ad evidenziare come i giovani di oggi, a causa della nota caduta dei valori tradizionali ed in presenza di un consumismo sempre più sfrenato, stiano attraversando uno stato di malessere, di smarrimento e di indifferenza che li porta ogni giorno di più a ricercare rimedi spesso dannosi per la loro integrità fisica e/o mentale(droga e quant’altro) sfociando con frequenza sempre maggiore in episodi di violenza raccapriccianti come quello di Bronte.
Ed in quell’occasione ho tentato, probabilmente senza riuscirci compiutamente di individuare le motivazioni di siffatti comportamenti che ancor oggi, a mio modesto avviso, vanno ricercate nel mondo della formazione e dell’educazione civile e religiosa che da qualche tempo ha fatto registrare un coinvolgimento quanto mai debole se non addirittura quasi inesistente da parte sia delle famiglie che della scuola e perché no anche della stessa Chiesa.
Orbene se le motivazioni del delitto, riportate dalla stampa, dovessero essere suffragate dalle indagini giudiziarie in corso c’è veramente di che preoccuparsi e non far più finta di niente illudendoci che tutto va sempre bene mentre ritengo sia indispensabile, prima che sia troppo tardi, riportare la situazione a livelli di normalità mettendo al primo posto il rispetto assoluto della vita umana e della legalità che sin dai tempi remoti hanno caratterizzato la società civile.
Per questo é necessario, secondo il mio modesto parere, un immediato appropriamento del proprio ruolo sia da parte delle famiglie che della scuola e delle istituzioni, laiche e religiose, sforzandosi, ciascuno nel proprio campo, di inculcare nei giovani i veri valori che,nel passato, hanno costituito l’asse portante di qualunque società civile.
Credo, peraltro, che tale impegno debba essere posto in essere con la massima celerità, oltre che con la necessaria scrupolosità anche perché, a causa dell’attuale crisi economica, si preannunciano tempi difficili le cui conseguenze negative saranno pagate in maggior misura dai giovani. In tal senso credo sia opportuno ,inoltre, un maggiore e più incisivo impegno da parte della politica affinché adotti al più presto misure legislative idonee a incrementare l’occupazione allo stato alquanto stagnante ed a tenere comportamenti che siano improntati alla più limpida trasparenza tralasciando da subito la litigiosità, sotto gli occhi di tutti, e il quasi assoluto disinteresse per i reali e veri problemi dei giovani se non addirittura di tutti i cittadini.
Solo una società che sia in grado ad ogni livello di responsabilità di svolgere al meglio la funzione formativa ed educativa dei giovani potrà evitare che in futuro accadano fatti nefasti come quelli di Bronte.
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