Non sembra, ma Quasi è un cane.
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L’hanno fatto crescere in una gabbia per galline e ora è conciato così. Abbiamo trovato la sua storia e ve la riproponiamo così come l’hanno raccontata le volontarie che se ne stanno occupando. Questo è Quasi.
Intanto, intendiamoci: Quasi è un cane. Non è un maiale, non è un cinghiale, nè una iena, un diavolo della tazmania, un cammello, una cavalletta, un topo o altro. E’ un cane. Cominciano a darmi sui nervi i commenti “sembra proprio un…”, visto che i bambini piccoli quando la vedono dicono immediatamente “bello cane” (mostrando di saperne molto più della maggior parte degli adulti, a quanto pare). Lo so che magari si cerca di essere simpatici, ma credetemi, appena conoscerete la storia di questa creatura vi renderete conto che queste battute non sono per niente simpatiche.
Quasi è vissuta in una gabbietta per le galline (alta e corta), ed è quindi deforme proprio per questo. Il risultato è che ha una scoliosi gravissima (con due gobbe), il bacino storto, le zampe davanti più corte di quelle dietro, e quella posteriore destra più corta della sinistra. Le sue vertebre cervicali non si sono sviluppate, e quindi non può muovere il collo in nessuna direzione.
Le è stata perfino tagliata la coda, tanto perchè il resto non bastava.
E’ stata successivamente abbandonata (e direi MENOMALE) e messa in strada, dove si era insediata in un paesino della campania, e dove qualche volontaria le dava da mangiare (il suo nome era Angelica), nonostante fosse oggetto di ogni tipo di maltrattamenti dalla gente del posto.
Un giorno una grande STRONZA disse che l’aspetto della povera creatura le faceva senso, e urlando “mostro, mostro!” chiamò qualche altro che caricò Angelica in macchina e la scaricò lontano da quell’unico posto che conosceva.
Il risultato è che le volontarie la cercarono per più di un mese, finchè una signora, vedendo i cartelli in strada, chiamò una di loro dicendo che c’era un cinghiale che piangeva come un cane ed usciva solo di notte e piangeva, piangeva… Le volontarie corsero a prendere Angelica, e ritrovarono uno scheletrino in fin di vita: non è di certo un cane in grado di procurarsi il cibo da sola.
La portarono in un rifugio (un posto molto bello) dove una meravigliosa donna, Adele, si è occupata di lei e degli altri 60 cani che vivevano con lei. Mena, un’altra volontaria, si è occupata di pubblicare le sue foto su Facebook, eccola qui come l’abbiamo vista nell’annuncio:
Il nome Angelica non ci piaceva affatto, così l’abbiamo cambiato. Prima di incontrarla, la volevamo chiamare Pisa, pensando che era un pò storta come la torre, e poi perchè è una città che la sua mamma ha tanto amato, ma quando l’abbiamo conosciuta ci siamo detti che non era storta, era solo gobba, così l’abbiamo chiamata Quasi come Quasimodo, il gobbo di Notre Dame.
Come nome le sta anche bene, visti i commenti della gente: sembra QUASI un…
Ora Quasi vive in pensione accanto a casa della mamma (in attesa che sia pronta la casa nuova della mamma e del papà), che la va a prendere due volte al giorno per portarla in giro, esce altre due volte con il personale della clinica, ed ha una stanza intera tutta sua con cuccia, giochini, eccetera. Quasi è nella pensione della clinica dove la mamma porta Mongo e Mela, e dove tutti la adorano e la conoscono. Qualche cliente “abituale” quando sa che deve aspettare, si fa portare Quasi e la porta a fare una passeggiata. Il mercoledì ed il week end ce la portiamo in giro con noi per prati, e lei è felicissima (anche se poi vuole tornare in clinica, perchè al momento la sua casa è quella).
Quasi è un essere meraviglioso: ha mantenuto un carattere docile e fiducioso nonostante tutto quello che le hanno fatto. va d’accordo con tutti, cani e persone, ma ha paura degli uomini con i capelli bianchi vestiti di beige (non vogliamo immaginarcene il motivo, ma crediamo di saperlo purtroppo), ai quali ringhia.
Va pazza per i lacci delle scarpe, che morde in continuazione mentre camminiamo. E’ un cane grato alla vita, felice per qualsiasi cosa, gioca con un filo d’erba, una foglia, un bastoncino, un pezzo di carta. Sembra incredibile ma fa tutto quello che deve fare, cammina, sale e scende le scale, si china per annusare, corre perfino. Fa tutto a modo suo, ma lo fa. E’ un altro piccolo miracolo della natura: proprio come Mongo. Siamo sicuri che anche voi la amerete, così come noi l’abbiamo amata ancor prima di conoscerla.
Albina Perri
Complimenti Albina
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E’ un fake, questa è un effetto della sindrome da spina corta. complimenti alla giornalista pallonara. cerca la sindrome in rete e ne troverai tanti esempi. questo non è un cane torturato, solo sfigato. la gabbia di gallina alta e stretta, ma fammi un piacere milenalibera (inserirò tra le pallonate del mese)
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Ecco dove può arrivare la crudeltà umana!
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albina, la smetta di dare notizie false, si informi……http://www.facebook.com/l.php?u=http%3A%2F%2Fwww.google.it%2Furl%3Fsa%3Dt%26rct%3Dj%26q%3Dcane%2Bdi%2Bnome%2Bquasi%26source%3Dweb%26cd%3D13%26ved%3D0CDgQFjACOAo%26url%3Dhttp%253A%252F%252Fprogettoquasi.it%252Fquasi.html%26ei%3Dr9gJT4-VMIv64QSs5IS0Bw%26usg%3DAFQjCNHtoJH2CAHd0I7I31aMp00LFtlSbA&h=PAQGM9bFpAQFBnqgQbbQwlDQ8gBhYdFK3jwekTxu2YyLskw
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La storia è commovente, ok, ma il moralismo all’inizio sul fatto delle battute sulla specie è veramente patetica… Come mai lo avete chiamato Quasi? Perchè “storia di un quasi cane”? Dai… per cortesia…
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http://progettoquasi.it/quasi.html
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MI lascia perplesso quest articolo…mi dispiace davvero ma dai…. chiamarlo QUASI e poi criticare chi non lo considera semplicemente un cane..boh
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forse quasi-modo?
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