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Archive for 15 Maggio 2010

La battaglia di Calatafimi

 Quì si fa l’Italia o si muore! 

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 Dopo lo sbarco dei Mille a Marsala (11 maggio) il governatore borbonico della Sicilia, luogotenente Castelcicala, chieste istruzioni a Napoli, ordinò da Palermo al generale Landi di portarsi a Partinico per fronteggiare l’avanzata di Garibaldi. Ma il Landi, avendo invece deciso di andare incontro ai garibaldini a Salemi, si portò il giorno 12 ad Àlcamo e di lì proseguì ancora, prendendo posizione il 13 a Calatafimi. Egli aveva a disposizione circa 2300 uomini, uno squadrone di cavalleria e 4 pezzi d’artiglieria.Partiti all’alba del 15 maggio da Salemi, i Mille giunsero verso le 7 nel villaggio di Vita, dalle cui alture Garibaldi prese cognizione delle posizioni nemiche. Avanzando ancora, il Generale si portò sul Monte Pietralunga, donde poté vedere le truppe borboniche già schierate a circa 2 km sul colle di fronte, detto Pianto di Romano (m 422).
II Landi aveva dislocato in avamposti 6 compagnie dell’ 8° Cacciatori, un plotone dì cavalleria e 2 cannoni, sotto il comando del maggiore Sforza, a guardia della strada per Vita; altre 2 compagnie erano verso il Belvedere e 2 a protezione detta strada per Àlcamo  
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I neonati in fasce

In considerazione del mio indicato proposito di esternare le mie reminiscenze sul modo di vivere della nostra gente di allora, ritengo di dovermi soffermare anche su come ci si vestiva, poichè tale modo costituisce una parte importante del costume dei popoli…

Un bambino, appena nato, veniva vestito da una camiciola più o meno leggera, a seconda delle stagioni, mentre la parte inferiore del corpicino veniva avvolta in panni di tela ripiegati su se stessi.

Poi, a cominciare dalle ascelle fino ai piedi lo si fasciava con una fascia alquanto rigida, larga 15 cm e lunga più di 1 metro in modo da immobilizzare le gambette e la schiena del bambino, poichè era credenza che senza questa fasciatura le gambette sarebbero cresciute storte e la schiena curva.

Tale credenza oggi è del tutto sfatata dai risultati che si ottengono senza l’uso di una tale tortura che, allora e anche prima, pediatri e pedagogisti condannavano poichè al bambino si impediva di esercitare quei movimenti necessari per il naturale sviluppo del suo corpicino ma le tradizioni popolari passate da madre in figlia erano difficili a essere cambiate.

Dopo qualche mese veniva liberato dalla fasciatura e rivestito da un abitino femminile usato indifferentemente per i due sessi, nei primi anni.

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Buche, frane e…

BEN VENGANO LE POLEMICHE SE SONO UTILI

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Sta montando nel blog la polemiche sul, chiamiamolo così, restauro del Casello dell’Amorella danneggiato e annerito dalle vampe dell’attentato incendiario.

La gente si divide tra chi condivide il fatto che le riparazioni siano effettuate con i soldi del comune di Milena e chi invece è nettamente contrario.

I cubalibera non si schierano apertamente con alcuna parte ma prendono l’occasione al balzo per una riflessione salomonica, convinti che spendere piccole somme per interventi sull’ambiente che ci circonda non solo sia opportuno ma anche doveroso.

In questo senso si invita il sindaco a reperire, come ha fatto per il casello, fondi, personale, mezzi e materiale utili per piccoli interventi di cui il paese avrebbe assoluto bisogno.

In un breve giro di appena qualche centinaio di metri abbiamo trovato alcuni suggerimenti per interventi di poco conto che il sindaco dovrebbe realizzare a salvaguardia dei cittadini, in particolare degli scooteristi che ora con la buona stagione, impazzano per le strade.

Il riferimento è alle centinaia di scaffe in bella mostra (si fa per dire) in ogni via del paese capaci di provocare incidenti, danni alle persone e probabili richieste di risarcimento di entità di moltissimo superiore al costo del tappamento delle stesse.

Le foto del breve tour fotografico non rendono l’idea del lavoro che aspetta l’amministrazione comunale. Fare un giro per credere come non va a Milena. Molte frane da eliminare, altrettanti marciapiedi da riparare e centinaia buche da ricoprire, muri pericolanti, frane, ponti da disostruire…

Restauriamo il casello ma pensiamo anche a quello che non va per il paesello.

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di Marco Damilano, L’Espresso, 07/05/2010

Novembre 1990: il conto alla rovescia per la prima guerra del Golfo è già cominciato. Saddam Hussein dopo avere invaso il Kuwait tiene in ostaggio gli stranieri bloccati a Baghdad, italiani inclusi. Ma un cargo Alitalia pieno di doni vola nella capitale irachena, aprendo la strada al rilascio. Indovinate chi gestisce la missione?

«Il piccolo mistero sarà svelato quando l’aereo fa tappa a Cipro per tornare in Italia. Una volta che l’obiettivo è centrato, Guido Bertolaso non ha più ragioni per restare dietro le quinte. In diretta da Nicosia, ai corrispondenti accorsi per chiedere lumi rilascia una dichiarazione che di tutto parla tranne che della sorte degli italiani sequestrati dal dittatore: “Rispondendo all’appello che monsignor Capucci e Yasser Arafat hanno lanciato da Bagdad al presidente del consiglio Andreotti, abbiamo portato in Iraq medicinali per l’infanzia”».

È uno dei tanti capitoli dimenticati dell’irresistibile ascesa di Guido Bertolaso, l’uomo delle missioni impossibili diventato il signore delle grandi opere, finite in pasto alla cricca dell’ultimo scandalo.

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E’ stato morso da una vipera mentre si stava occupando della pulizia di un terreno di Aragona, Salvatore Vella, 64 anni.

Come sua abitudine, Vella trascorreva molto del suo tempo libero a coltivare la terra nel suo appezzamento di terreno. Così stava facendo anche nella giornata di domenica. Mentre si stava apprestando a spostare un fascio di sterpaglie, all’improvviso dal terreno è comparsa una vipera. Non si è neppure reso conto della presenza del rettile, che lo ha morso alla gamba. Vella non ha avuto il tempo di chiedere aiuto perché è svenuto.

A trovarlo ore dopo, privo di sensi e ormai agonizzante sono stati il figlio a alcuni parenti, che non vedendolo rientrare in casa, preoccupati del ritardo, sono andati a cercarlo. Arrivati sul luogo i familiari hanno visto il loro congiunto riverso a terra, con vistosi gonfiori di color violaceo in varie parti del corpo.
Immediatamente sono scattati i soccorsi, anche se il personale medico di un’ambulanza ha dovuto camminare a piedi per diverse centinaia di metri prima di potere arrivare sul posto, in quanto difficilmente raggiungibile con automezzi.

Accertata la gravità delle condizioni e appurato che l’uomo era stato morso da un serpente, i medici hanno chiesto l’ausilio di un elisoccorso per il trasporto al pronto soccorso dell’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta. A questa decisione si è giunti dopo avere accertato, che al nosocomio agrigentino non era disponibile il siero antiofidico, che è stato fatto arrivare con un altro elisoccorso da una struttura sanitaria palermitana.

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Il Re Sole e le lampadine

…ovvero Silvio e l’umana ingratitudine dei satelliti

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Che poi io, a Berlusconi, questa volta lo capisco. Direi di più, quasi lo compatisco, addirittura.

Ma come, porca paletta! Li ha tirati su dal niente, alcuni pescandoli fra le terze file così terze file della Prima Repubblica che manco i loro compagni di partito si erano mai accorti che c’erano. Li ha in pratica creati lui, dal nulla, perché loro sì, per carità, magari stavano anche in politica, ma erano ritenuti a tal punto dalle nullità che nel ciclone di tangentopoli neppure il giudice più cattivo gli aveva mandato un avvisuccio di garanzia, perché erano considerati troppo incapaci persino per rubare.

Gli ha dato tutto, ma tutto tutto tutto. Non solo potere e visibilità come non avrebbero mai neppure osato sognare nei loro deliri più sfrenati, ma anche il resto: i soldi, le feste, le donne, le veline compiacenti, le comparsate in tv. Camere e telecamere a loro completa disposizione, un’orgia continua per l’ego.

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Da BERTOLASO a ZANICHELLI

LIBERO pubblica tutti i nomi della Lista Anemone

http://www.libero-news.it/news/411610/Da_Bertolaso_a_Zanichelli__ecco_i_nomi_del_superelenco.html

Anemone esce dal carcere

Non sarà una nuova tangentopoli, ma la cosiddetta “appaltopoli” già basta a far tremare il Pdl e spingere Berlusconi a usare le maniere forti coi suoi.

Il premier, provato e irritato dal caso Scajola e dal continuo stillicidio di nomi sui quotidiani, dice addio al garantismo e annuncia la linea dura: chi ha sbagliato pagherà, lasciando il governo.

Secondo quanto riferiscono fonti parlamentari del Pdl, il Cavaliere avrebbe criticato “chi nel partito ha mirato all’arricchimento personale senza concepire la politica come un bene al servizio dei cittadini”.

In una nota ufficiale Berlusconi ribadisce che “se ci saranno uno, due, tre casi di comportamenti illegittimi saranno i magistrati ad accertarlo. E in questa ipotesi ci sarà severità di giudizio e di decisione nei confronti di chi fa politica ed ha responsabilità pubbliche. Nessuna indulgenza e impunità per chi ha sbagliato. Ma, per favore, basta con queste assurde isterie, con queste liste di proscrizione che gettano aprioristicamente ed indiscriminatamente fango su persone innocenti”.

Spuntano nuovi nomi nell’inchiesta della procura perugina sugli appalti.

A parlare è l’imprenditore Diego Anemone, o meglio, il computer sequestrato nel 2009 dalla guardia di Finanza sul quale è stata ritrovata una lista di nomi, un elenco di oltre 350 tra politici, alti funzionari dello Stato e vertici delle forze di polizia che avrebbero usufruito dei lavori eseguiti dalle imprese del gruppo Anemone, con l’indicazione degli interventi effettuati in alcuni dei più importanti palazzi del potere e in diverse caserme. Nessuna traccia invece degli importi pagati per i servizi ottenuti dal gruppo.

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Attenti ai bimbi cantanti «prodigio»

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Ultimamente, essendo organizzatore del concorso canoro “Festival città di Caltanissetta”, mi trovo sommerso da mail e telefonate di mamme e papà (molto più mamme) che mi chiedono informazioni sulle norme di partecipazione alla gara musicale. Nulla di strano fin qui, se non il “particolare” che l’età media degli aspiranti cantanti è di 8 anni.

Non vorrei fare “l’antico”, ricordando che a 8 anni io giocavo con le figurine o al pallone sotto casa e mia sorella con barbie, ed al massimo canticchiavo ed imitavo Raffaella Carrà o Adriano Celentano, davanti a nonni e parenti stretti, o seguivo lo “Zecchino d’oro” che (per fortuna) era impostato non come un concorso per bambini che chissà che carriera dovevano intraprendere.

Ma l’insistenza delle mamme desta seria preoccupazione: “mio figlio è un talento innato”, “ha partecipato alle selezioni di io canto, o di mediaset o della rai”, “mia figlia canta meglio di Laura Pausini”,”mi può aiutare con qualche discografico?”.
Beh, cari genitori, non sono uno psicologo dell’infanzia ma vi invito alla cautela dando umilmente qualche suggerimento.

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