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Archive for 30 giugno 2009

uragE’ stata un’arringa veemente quella dell’avvocato Antonio Impellizzeri, che ha chiesto al Tribunale (presidente Giacomo Montalbano, giudici a latere Francesco Lauricella e Carlo De Marchi) l’assoluzione dei fratelli Calogero e Salvatore Amico, ritenuti dagli inquirenti due componenti della cosca mafiosa di Milena e responsabili dei tentativi di estorsione all’imprenditore Paolino Diliberto.

Tutti fatti facenti parte del fascicolo relativo all’inchiesta “Uragano” del 2005. Secondo l’avv. Impellizzeri non vi sarebbero elementi probatori forti a carico degli Amico: «Neanche le annotazioni di servizio dei Carabinieri – ha sostenuto il penalista – recano tracce di responsabilità evidenti dei miei assistiti. Si tratta di un’associazione criminale composta da poche persone e che si è cercato di estendere anche ad altri». Per Salvatore Amico il pm Antonio Patti ha chiesto la condanna a 9 anni e 4 mesi di reclusione mentre per Calogero Amico la richiesta è stata di 6 anni e 6 mesi.

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VISITA CON NOI LA FATISCENTE PISCINA

Benvenuti alla piscina di Milena

Benvenuti alla piscina di Milena

Attenti all’immondizia e ai milioni di frantumi originati dalle grandi vetrate rotte

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mancuso ap

DOVEROSO TENERE CONTO DELL’ACQUA IMBEVIBILE

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“Auspico che nella compilazione dele bollette relative all’erogazione idrica si tenga conto del fatto che i cittadini dei paesi che fanno parte della nostra provincia, dal mese di marzo non hanno potuto bere l’acqua, per come disposto dai sindaci, in quanto in essa erano presenti sostanze dannose in quantità superiore a quelle previste dalla normativa.

Si tengano perciò in giusto conto i costi aggiuntivi e i notevoli disagi affrontati per l’acquisto di acqua minerale sia per bere che per lavare gli alimenti e si riduca conseguentemente e opportunamente l’importo delle stesse bollette”

Michele Mancuso

presidente Consiglio Provinciale di Caltanissetta

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PISCINAMONTE

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il vescovo Michele Pennisi

il vescovo Michele Pennisi

“La morale non si può lottizzare, né si può usare come clava per distruggere o delegittimare i propri avversari politici».

Monsignor Michele Pennisi, vescovo di Piazza Armerina, teologo e studioso di dottrina sociale, colloca nel loro naturale contesto le polemiche di questi giorni sulle frequentazioni del premier e sull’immoralità dilagante nella nostra classe politica. «Polemiche strumentali e parziali», per l’appunto.

Ma se la questione morale irrompe di nuovo nella scena politica italiana, non dobbiamo esser contenti?

«Che la questione morale venga messa al centro dell’attenzione della politica italiana, astrattamente parlando, è un bene in quanto mette in discussione la pregiudiziale separazione tra etica e politica, sostenuta da chi teorizza che tutte le esperienze della vita umana sono autonome dalla morale.

In concreto bisogna, però, chiedersi se la “questione morale” sollevata da improvvisati Catoni non sia usata come una clava contro i propri avversari politici e se dietro campagne moralistiche non si nascondano ipocritamente interessi economici e strumentalizzazioni elettorali di basso profilo. L’ipocrisia – come ricordava Chesterton – è l’omaggio che il vizio rende alla virtù». Negli anni di Tangentopoli l’unico precetto morale sembrava essere: non rubare e fai ciò che vuoi. Oggi i riflettori sono puntati solo sul decoro pubblico, su alcuni palazzi della politica ridotti a una suburra…

«La morale non si può lottizzare. I dieci comandamenti o stanno assieme o cadono assieme a partire dal numero uno che mette Dio al primo posto.

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vignetta di "UBER"... Alles !

Per tornare a una autentica vita spirituale è necessario che i fedeli riconoscono pienamente tutti i sacramenti e tutte le verità della Chiesa, che prendano parte alla messa, che sappiano poi applicare una certa disciplina del corpo, compreso il dominio degli istinti sessuali e una certa custodia negli sguardi nonchè sobrietà nel bere e nel vestire.

È quanto scrive l’arcivescovo di Genova, cardinale Angelo Bagnasco, nella lettera pastorale per l’anno 2009-2010 «Camminare nelle vie dello Spirito. Alle sorgenti della Vita Spirituale».

Il cardinale ci tiene però a sottolineare che la fede cristiana non può essere considerata alla stregua di un codice di comportamento, o un elenco di buoni sentimenti, non è una religione civile ma è il rapporto del fedele con Cristo, è «la vita della grazia», è un fatto soprannaturale.

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Il cardinale Angelo Bagnasco

Il cardinale Angelo Bagnasco

Riceviamo e pubblichiamo

Lettera aperta al cardinale Bagnasco da don Paolo Farinella.

Egregio sig. Cardinale,

viviamo nella stessa città e apparteniamo alla stessa Chiesa: lei vescovo, io prete. Lei è anche capo dei vescovi italiani, dividendosi al 50% tra Genova e Roma.

A Genova si dice che lei è poco presente alla vita della diocesi e probabilmente a Roma diranno lo stesso in senso inverso. E’ il destino dei commessi viaggiatori e dei cardinali a percentuale. Con questo documento pubblico, mi rivolgo al 50% del cardinale che fa il Presidente della Cei, ma anche al 50% del cardinale che fa il vescovo di Genova perché le scelte del primo interessano per caduta diretta il popolo della sua città.

Ho letto la sua prolusione alla 59a assemblea generale della Cei (24-29 maggio 2009) e anche la sua conferenza stampa del 29 maggio 2009. Mi ha colpito la delicatezza, quasi il fastidio con cui ha trattato – o meglio non ha trattato – la questione morale (o immorale?) che investe il nostro Paese a causa dei comportamenti del presidente del consiglio, ormai dimostrati in modo inequivocabile: frequentazione abituale di minorenni, spergiuro sui figli, uso della falsità come strumento di governo, pianificazione della bugia sui mass media sotto controllo, calunnia come lotta politica. Lei e il segretario della Cei avete stemperato le parole fino a diluirle in brodino bevibile anche dalle novizie di un convento.

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dw corAustralia, o apologia del viaggio /3

Il giorno dopo, la nostra traversata nel deserto proseguiva tranquilla.

Ci fermammo nella stazione di rifornimento di Daily Waters. Ci accolse uno spettacolo a dir poco inaspettato. Un pub in mezzo al nulla: pieno di reggiseni e cimeli pendenti dal soffitto, le pareti e il bancone erano tappezzate di foto, bigliettini da visita, autografi, dediche e souvenirs lasciati dai turisti di passaggio.

dw elicUn bazar.

All’ingresso, un finto elicottero a grandezza naturale campeggiava sul tetto dell’edificio, e oggetti casuali erano stati piazzati sul vialetto d’ingresso. Un semaforo, dei segnali stradali, cartelli che indicavano il pericolo di forme di vita aliene in zona e così via.

All’interno, una piscina. All’interno di essa, a mollo, quattro australiani che, cappello da cowboy in testa, trincavano jack e cola alle 10 del mattino. Sbronzi.

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GRIECO / SCETATEVE!

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E’ colpa dei Comuni e della Provincia regionale, che non ne hanno disposto la soppressione o la sospensione, se i contribuenti continuano a pagare le addizionali sulla tassa per la nettezza urbana pari al 15 per cento, di cui 5 per cento ex Eca, 5 per cento ex Meca e 5 per cento per addizionale provinciale.

La Sicilia del 29 giugno 2009

La Sicilia del 29 giugno 2009

Lo sostiene il presidente dell’Ato Ambiente Cl 1 Giuseppe Cimino il quale ha replicato alle accuse fatte all’Ato per la presenza delle 3 addizionali nelle bollette di pagamento della Tarsu. Con un comunicato ha precisato che «l’applicazione delle addizionali comunali e provinciale non deriva dalla discrezionalità dell’Ato Ambiente Cl 1, ma costituisce per l’agente della  riscossione Serit Sicilia SpA un preciso obbligo di legge in assenza di un atto formale da parte dell’ente impositore, Comune o Provincia, che ne disponga la soppressione o la sospensione».

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