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Archive for 28 giugno 2009

padre s tonaIl 24 giugno del 1935 avevo portato la mia giovane moglie in Milena. Abitavamo nella casa datami in locazione non ancora rifinita da un fratello (Carmelo) di Padre (Salvatore) Tona. Avevo reso l’abitazione accogliente: vi avevo fatto installare una vasca sospesa per la doccia ed ogni altro impianto di igienica utilità ancora poco diffuso in paese.

primusPer cucinare ci servimmo all’inizio di un fornello a petrolio “primus” , e per l’illuminazione di un lume a petrolio, che accendevamo quando proprio non ci si vedeva più; ma eravamo tanto felici pure intrattenendoci al buio: era tutto così bello, soli con la nostra felicità, fiduciosi in un avvenire d’amore arricchito da una prole che immaginavamo numerosa…

Casa di Carmelo Tona, oggi delle figlie Giuseppina e Orazia

Fin dai primi mesi riuscivo a rendermi conto della situazione della sicurezza pubblica, prendendo conoscenza di quegli elementi da seguire con oculatezza, assumendo cognizione delle persone pregiudicate e socialmente pericolose: vi erano ammoniti e vigilati e confinati comuni all’isola di Ustica.

Eravamo nella seconda metà del mese di marzo e ricorreva giusto la festa del Patrono San Giuseppe. Fin dalla mattina il centro brulicava di gente: tanti contadini vestiti a festa; in molti, tra cui numerosi ragazzini infagottati in antiquati costumi che sciamavano vociando, seguivano per le vie affollate una banda musicale che andava in giro per l’abitato. Il tempo era primaverile e tutto lasciava supporre che la festa sarebbe riuscita.

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Adelaide to DarwinAustralia, o apologia del viaggio /1

Qualche settimana mi è stato chiesto un “piccolo reportage sulle cose più strane (per un italiano), un articolo “non molto lungo” in cui “mettere in luce le cose (positive\negative\diametralmente opposte”. Non potrei scrivere un articolo del genere semplicemente perchè non è ciò che accade quando si è  all’estero, durante un viaggio. Vedere il mondo da un altro punto di vista, intendo.

In quest’anno di scoperte, esperienze e maturazioni, ho continuato a guardare le cose con gli stessi occhi di prima. Solo più fanciulleschi, curiosi di imparare da ogni stimolo, e più assetati. E’ piuttosto ora che il tutto mi si presenta sotto un’altra prospettiva. Ora che sono tornato. Ora che sono a casa. Perchè il viaggio lo si esperisce sempre e solo in compagnia di sè stessi, e si torna – al contrario –  accompagnati da nuove inquietudini.

Non voglio descrivere luoghi e paesaggi, persone o edifici. Voglio parlare di episodi. Di dialoghi. Di come certi aneddoti ti cambiano la giornata e, nel lungo periodo, agendo perennemente, sottotraccia, nell’inconscio, ti cambiano il mondo. Ergo: cambiano il modo in cui vedi il mondo. Incontri e situazioni che non avrei potuto vivere se non viaggiando.

I camion (costante 90 km/h) non si fermano mai. Alle auto conviene seguirli per evitare pericoli e scene simili

L'interminabile autostrada! Sulla Stuart Highway i camion non si fermano MAI. Alle auto conviene seguirli - viaggiano media sui 90 - per evitare pericoli e sfracelli simili.

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pi

L’ultima volta che abbiamo sentito parlare dell’assessore al “ramo” è stato in occasione di un ramo tagliato per meglio far vedere un segnale stradale e, qualche tempo prima, per dei pizzini messi sulle auto per avvisare di una probabile multa, ma erano i tempi in cui si festeggiava ancora con i cimitero day, campo day, villa day etc.etc.

Oggi, a distanza di ormai un anno, ci chiediamo se l’assessore ha ancora a cuore il bene della viabilità e del paese intero.

Le questioni sono diverse:

1)      Perchè il problema dei dossi alla circonvallazione non viene più affrontato-rimosso?

Tra l’altro tanti sono i pareri concordi circa la loro ormai inutilità. Vorremmo permetterci, a riguardo, di suggerire una semplice soluzione e neanche drastica: si potrebbero impiegare i vigili urbani a regolamentare il traffico e ai trasgressori prendere una banalissima multa. Non c’è bisogno di autovelox o bombe a mano….

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Scappa, Neda

repressione in iran

vignetta di Paolo Lombardi

Scappa Neda,

ti prego scappa persiana

ne va della tua vita.

Scappa e nascondi

dietro al velo, il viso.

Dietro le mani

il riso.

Lontano dallo zefiro

mai passsato,

all’urlo del tuono

or scoppiato.

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Alessandro Pagano

Alessandro Pagano

Mario Bochicchio: NO PASDARAN !

Mario Bochicchio: NO PASDARAN !

PER L’IRAN

Sempre più persone cominciano a sperare che finalmente anche in Iran la dittatura abbia a finire.

Qualche settimana fa Lucia Annunziata su La Stampa descrivendo le manifestazioni dei sostenitori di Mousavi contro il dittatore Ahmadinejad, affermava “Esattamente come a Pechino, vent’anni fa i carri armati che ripulirono la piazza Tienanmen ufficializzarono agli occhi del mondo la debolezza del governo cinese, così a Teheran la repressione feroce di una ribellione contro l’esito elettorale rende visibili le crepe aperte nel governo di  Ahmadinejad”. La storia quindi si ripete; ancora una volta come tante altre volte. Studenti e intellettuali, stanno sfidando il regime di Ahmadinejad che ha mandato in piazza la polizia ma soprattutto gli squadristi dei Bassiji, una specie di milizia paramilitare che opera in nome di una feroce utopia islamista.

Sono loro che hanno assassinato Neda, la ragazza simbolo stroncata da un proiettile sull’asfalto di Teheran. “I Bassiji credono, assolutamente, a quello che fanno. Uccidono Neda alle spalle, da pochi metri, perché questa è la loro missione, la loro utopia, perché sono convinti che nella vita di quella ragazzina  si nasconde il Maligno. Volete capire cosa è successo in Germania negli anni trenta? Come e perché un ragazzo della Hitlerjugend si arruolava nelle SS, via via, sino a Auschwitz. Guardate a Teheran, guardate i Bassiji e i Pasdaran,  giovani che uccidono perché credono sia giusto uccidere e avrete la risposta. Non sono squadracce prezzolate, non sono cani da guardia di un regime di notabili; sono rivoluzionari, credono in Ahmadinejad e nel suo programma di morte, sono antisemiti, sono certi che l’Olocausto sia un’invenzione degli ebrei per calpestare i diritti dell’Islam, esattamente come i giovani hitleriani erano sicuri che era giusto uccidere gli ebrei che calpestavano i diritti degli ariani”. (Carlo Panella, I Bassiji, nuovi squadristi in nome di una feroce utopia islamista, 22.6.09 Legnostorto).

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CRISTO

San Marco

San Marco

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 5,21-43.


Essendo passato di nuovo Gesù all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla, ed egli stava lungo il mare.
Si recò da lui uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, vedutolo, gli si gettò ai piedi
e lo pregava con insistenza: «La mia figlioletta è agli estremi; vieni a imporle le mani perché sia guarita e viva».
Gesù andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.
Or una donna, che da dodici anni era affetta da emorragia e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza nessun vantaggio, anzi peggiorando,
udito parlare di Gesù, venne tra la folla, alle sue spalle, e gli toccò il mantello.

Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita».
E subito le si fermò il flusso di sangue, e sentì nel suo corpo che era stata guarita da quel male.
Ma subito Gesù, avvertita la potenza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi mi ha toccato il mantello?».

I discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che ti si stringe attorno e dici: Chi mi ha toccato?».
Egli intanto guardava intorno, per vedere colei che aveva fatto questo.
E la donna impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità.

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