
Articolo apparso su La Sicilia
Giuseppe Antinoro ha deposto in Tribunale, tirando in ballo il capocosca Francesco Randazzo…
v.p.) Nel 2005 gli avevano bruciato due mezzi, ma fino al gennaio scorso aveva avuto paura di denunziare quanto successo. Giuseppe Antinoro, 56 anni, commerciante di frutta e verdura è stato ascoltato al processo “Uragano”. Riguardo le estorsioni e i danneggiamenti ha riferito alcuni episodi che riguarderebbero l’anziano capomafia Francesco Randazzo e l’imputato Gioacchino Cammarata.
Ha raccontato Antinoro: «Avevo due furgoni, uno più vecchio e uno nuovo e mi sono stati incendiati. Incontrai Gioacchino Cammarata e gli ho chiesto se lui sapeva qualcosa e lui disse che mi avrebbe informato. Dopo un po’ lo incontrai di nuovo e mi disse “hai parlato con l’altro?”. Ma non avevo idea di chi fosse “l’altro” con cui dovevo parlare. Poi mi capitò di incontrare al bar Francesco Randazzo e questo si rivolse a me con una battuta: “Antinò, t’è fari truvari un cani ranni” (ti devo fare trovare un cane grande). Pensavo che mi sfottesse, perché avevo un piccolo barboncino, ma, in seguito ripensando a ciò che era accaduto immaginai che poteva riferirsi ad altro. Una volta, sul sedile del furgone più vecchio, con il quale andavo in giro, ho trovato un portafoglio vuoto. Appena me ne sono accorto sono andato dai Carabinieri e l’ho dato a loro; la mia impressione è che si trattava di un messaggio. Ovvero che se mi lasciavano un portafoglio vuoto voleva dire che dovevo pensare io a riempirlo».
Il sostituto procuratore Patti e l’avvocato Tipo (difensore di Gioacchino Cammarata) hanno rivolto numerose domande al teste, soffermandosi anche sul collaboratore di giustizia Carmelo Sorce (anche lui imputato), che aveva puntato il dito contro diverse persone, compreso il Cammarata: «I verbali delle dichiarazioni di Sorce giravano per tutta Milena, come i giornali».
…e Gioacchino Cammarata. Il quale è intervenuto e si è difeso.
Lo stesso Gioacchino Cammarata si è sottoposto a esame e ha negato tutte le accuse che lo vorrebbero come un avvicinato a Cosa Nostra e responsabile di estorsioni e danneggiamenti. Ha affermato: «Io sono innocente, le accuse del pentito Sorce sono false e anche Antinoro ha detto una bugia. Io quelle parole non le ho dette».
Lo stesso Cammarata e Giuseppe Tona (altro imputato) hanno anche ricordato che l’imprenditore Paolino Diliberto, che denunziò le tentate estorsioni, parlò con loro delle lettere di minaccia che aveva ricevuto.
Si resta sgomento nel leggere di come un piccolo imprenditore fosse vessato da un manipolo ” ‘na maniata” di parassiti, e di come, persino, un momento di meritato relax al bar si sarebbe trasformato in un incubo per tutta la vita dello stesso.
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Io aspetterei la sentenza. Certo che a leggere le copie che giravano cè da restare allocchiti. Stando alle prove raccolte dagli inquirenti un piccolo paese dove ci conosciamo tutti e siamo mezzi imparentati tutti stava per diventare una Chicago dei tempi di Al Capone. Comunque io aspetterei la sentenza. Giusto mi pare comunque mettere in essere tutte le missure per controbattere a questa piaga.
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Qualcuno dimentica ad arte che alcuni imputati del processo Uragano sono già stati condannati con il rito abbreviato in tutti i gradi di giudizio.Quindi significa che gli inquirenti hanno visto giusto.Aspettiamo con fiducia anche l’esito del resto del processo.
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