Il VIDEOCULT del momento
Posted in Foto/Video, Umorismo on 21 giugno 2009| Leave a Comment »
Posted in Storie di Milocca/Milena on 21 giugno 2009| 2 Comments »
cella di sicurezza
L’Interrogatorio alla Dempsey
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Erano altri tempi e gli interrogatori venivano condotti con metodi spicci, come si vede anche nei film su quel periodo.
Non tutti erano innocenti, non tutti erano colpevoli.
Nella memoria collettiva andare a finire in caserma, non importa se convocati o condotti, non era solo un punto di disonore, ma anche il rischio di prendere qualche botta di troppo.
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William Harrison Dempsey detto “Jack” pugile Usa campione mondiale dei pesi massimi dal 1919 al 1926. Chiamato il massacratore, il mangiatore di uomini e Il tigre. Vinse 50 su 70 incontri per k.o.
Un giorno il dottor Cipolla, con il solito suo sorrisetto furbescamente ammiccante dietro gli spessi occhiali, mi si presentava con una furbesca battuta: “Mi congratulo Dempsey”.
Accennava ad un noto pugile del tempo, riferendosi al fatto che un pregiudicato da me fermato ed interrogato su fatti criminosi che gli venivano attribuiti, e poi rilasciato, aveva chiesto la sua visita accusando male alle costole.
una finestra della vecchia caserma
Nel caso di quel tale risposi al dottore – il quale capì benissimo – che il poveretto si era forse fatto male battendo il fianco sul tavolaccio della camera di sicurezza dove era stato temporaneamente rinchiuso e poi rilasciato non consentendone il suo caso l’arresto obbligatorio.
Posted in Comune, Medicina/Sanità, Politica, Temi importanti on 21 giugno 2009| Leave a Comment »
NON E’ GIUSTO FARCI PAGARE nella bolletta L’ACQUA CHE CI VIETANO DI BERE
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Anche questa settimana NESSUNO HA MESSO UN DITO… NELL’ACQUA !
Posted in Poesia on 21 giugno 2009| Leave a Comment »
SCALPITIO
Si sente un galoppo lontano
(è la…?)
che viene, che corre nel piano
con tremula rapidità.
Un piano deserto, infinito:
tutto ampio, tutt’arido, uguale:
qualche ombra d’uccello smarrito,
che scivola simile a strale:
non altro. Essi fuggono via
da qualche remoto sfacelo;
TRIONFO DELLA MORTE - Palazzo Abatellis, Palermo
non sa nè la terra nè il cielo.
Si sente un galoppo lontano
più forte,
che viene, che corre nel piano:
la Morte; la Morte! la Morte!
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Giovanni Pascoli
Posted in Cultura, Temi importanti on 21 giugno 2009| 19 Comments »
dobbiamo porre fine alla razza umana oppure la razza umana dovrà rinunciare alla guerra?
L’opinione pubblica e anche molte persone in posizione autorevole non si sono rese conto di quali sarebbero le conseguenze di una guerra con armi nucleari. L’opinione pubblica ancora pensa in termini di distruzione di città.
Si teme che, qualora venissero impiegate molte bombe all’idrogeno, vi sarebbe una morte universale, immediata solo per una minoranza, mentre per la maggioranza sarebbe riservata una lenta tortura di malattie e disintegrazione.
NO MORE HIROSHIMA ! "Mai più un'altra Hiroshima " incise un soldato americano sui muri ancora caldi della Cupola di Hiroshima
Questo è dunque il problema che vi presentiamo, netto, terribile e d inevitabile: dobbiamo porre fine alla razza umana oppure la razza umana dovrà rinunciare alla guerra?
Noi rivolgiamo un appello come esseri umani ad esseri umani: ricordate la vostra umanità e dimenticate il resto. Se sarete capaci di farlo, vi è aperta la via di un nuovo Paradiso, altrimenti è davanti a voi il rischio della morte universale.
Albert Einstein- Bridgeman – L. Infeld – H. T. Muller – C. S. Powell – J. Rotolatt- Mideki Yukava – B. Russel
Posted in Costume/Società, Stampa, Tv e Blog, Temi importanti on 21 giugno 2009| 3 Comments »
Articolo apparso su La Sicilia
Giuseppe Antinoro ha deposto in Tribunale, tirando in ballo il capocosca Francesco Randazzo…
v.p.) Nel 2005 gli avevano bruciato due mezzi, ma fino al gennaio scorso aveva avuto paura di denunziare quanto successo. Giuseppe Antinoro, 56 anni, commerciante di frutta e verdura è stato ascoltato al processo “Uragano”. Riguardo le estorsioni e i danneggiamenti ha riferito alcuni episodi che riguarderebbero l’anziano capomafia Francesco Randazzo e l’imputato Gioacchino Cammarata.
Ha raccontato Antinoro: «Avevo due furgoni, uno più vecchio e uno nuovo e mi sono stati incendiati. Incontrai Gioacchino Cammarata e gli ho chiesto se lui sapeva qualcosa e lui disse che mi avrebbe informato. Dopo un po’ lo incontrai di nuovo e mi disse “hai parlato con l’altro?”. Ma non avevo idea di chi fosse “l’altro” con cui dovevo parlare. Poi mi capitò di incontrare al bar Francesco Randazzo e questo si rivolse a me con una battuta: “Antinò, t’è fari truvari un cani ranni” (ti devo fare trovare un cane grande). Pensavo che mi sfottesse, perché avevo un piccolo barboncino, ma, in seguito ripensando a ciò che era accaduto immaginai che poteva riferirsi ad altro. Una volta, sul sedile del furgone più vecchio, con il quale andavo in giro, ho trovato un portafoglio vuoto. Appena me ne sono accorto sono andato dai Carabinieri e l’ho dato a loro; la mia impressione è che si trattava di un messaggio. Ovvero che se mi lasciavano un portafoglio vuoto voleva dire che dovevo pensare io a riempirlo».
Il sostituto procuratore Patti e l’avvocato Tipo (difensore di Gioacchino Cammarata) hanno rivolto numerose domande al teste, soffermandosi anche sul collaboratore di giustizia Carmelo Sorce (anche lui imputato), che aveva puntato il dito contro diverse persone, compreso il Cammarata: «I verbali delle dichiarazioni di Sorce giravano per tutta Milena, come i giornali».
…e Gioacchino Cammarata. Il quale è intervenuto e si è difeso.
Lo stesso Gioacchino Cammarata si è sottoposto a esame e ha negato tutte le accuse che lo vorrebbero come un avvicinato a Cosa Nostra e responsabile di estorsioni e danneggiamenti. Ha affermato: «Io sono innocente, le accuse del pentito Sorce sono false e anche Antinoro ha detto una bugia. Io quelle parole non le ho dette».
Lo stesso Cammarata e Giuseppe Tona (altro imputato) hanno anche ricordato che l’imprenditore Paolino Diliberto, che denunziò le tentate estorsioni, parlò con loro delle lettere di minaccia che aveva ricevuto.
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dalla fantastica mente di Romaniello
Posted in Religiosità on 21 giugno 2009| Leave a Comment »
San Marco
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 4,35-41.
In quel medesimo giorno, verso sera, disse loro: «Passiamo all’altra riva».
E lasciata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui.
Nel frattempo si sollevò una gran tempesta di vento e gettava le onde nella barca, tanto che ormai era piena.
Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che moriamo?».
Destatosi, sgridò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e vi fu grande bonaccia.
Poi disse loro: «Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?».
E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, al quale anche il vento e il mare obbediscono?».