Abbiamo avuto tempo fa occasione di partecipare, ai frequentatori del blog, le nostre considerazioni riguardo alcuni comportamenti ed atteggiamenti di noi milenesi; si parlava di etichette e poi ancora di psyco-etichette.
A distanza di tempo ci ritroviamo a scrivere di qualcosa che, similmente, ha a che fare con il modo di essere nostrano; non vogliamo ripeterci né tantomeno ribadire, ma alcuni commenti apparsi recentemente su queste pagine ci inducono a dire ciò che pensiamo in ordine al “nostro” modo di agire. Va da se che non tutti si è uguali, nella sostanza e nella forma, che l’analisi può non essere condivisa, che deve esserci perdonata la crudezza (speriamo).
Ci riferiamo in particolare a ciò che emerge riguardo la (non) partecipazione delle cariche istituzionali di Milena alla processione del Corpus Domini; prendiamo spunto dall’articolo, e dai commenti susseguenti, per evidenziare come certi atteggiamenti facciano parte del nostro retaggio culturale; come alcuni comportamenti siano talmente insiti in noi; come certe espressioni formali ci siano oramai connaturate tanto da “meravigliarci” se, senza neanche provare a chiederci il motivo, non si ottempera a quell’abitudine. E si, perché proprio di abitudine si tratta, magari abusata nel tempo tale da essere entrata nel costume, ma sempre abitudine è. A quanto pare mancavano il sindaco, il vigile, il carabiniere; diversamente da prima, sconvolgendo il sistema, snaturando il significato.