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Archive for 14 giugno 2009

Tradizionale ALTARE del Corpus Domini allestito dai Buttaci di v. Caltanissetta

Tradizionale ALTARE del Corpus Domini allestito in via Caltanissetta

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Michele Mancuso - presidente del Consiglio Prov.le di Caltanissetta

La “QUESTIONE ACQUA” in provincia, e quindi il ruolo dell’Ato idrico CL 6 e le responsabilità  del gestore Caltaqua sono stati gli argomenti dibattuti nel Consiglio provinciale che alla fine ha istituito una COMMISSIONE DI STUDIO che, recependo gli allarmi da tempo lanciati in vari comuni, verificherà direttamente le problematiche legate alla gestione del servizio  idrico integrato: ne fanno parte tre consiglieri di maggioranza (Gaetano Petralia che ne è stato il proponente, Salvatore Sanfilippo e Vincenzo Accurso) e due di minoranza (Rosario Cusumano e Giuseppe Licata). L’organismo itinerante opererà fino a dicembre confrontandosi con i sindaci e i consigli comunali del territorio per verificare tutte le emergenze legate a detto servizio ed individuare i necessari interventi.

Petralia ha ricordato i precedenti deliberati consiliari (dal 2007 ad oggi) con cui si chiedevano tutta una serie di verifiche relative al Servizio Idrico Integrato, però mai riscontrate, sottolineando i gravi disagi come quelli dell’aumento del canone, del distacco dei contatori, delle ingenti spese di riallaccio, di voltura, ecc. Una gestione vessatoria che provoca continui allarmi da parte dei sindaci: anche se, a questo punto bisognerebbe anche capire che ruolo svolgono gli stessi sindaci in seno all’assemblea dell’Ato e se sono o meno consenzienti rispetto a certe scelte gestionali.

Da qui l’esigenza di un organo terzo – la Commissione  provinciale – che verifichi nei vari Comuni la gestione del servizio.

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Le pere de “LA BARUNA”

Anna Palumbo "LA BARUNA" con il nipotino Gioacchino Provenzano

La signora Anna Palumbo "LA BARUNA" col nipotino Gioacchino Provenzano

Il brigadiere Davide Gentile abitò fino ad un certo periodo accanto all’abitazione del signor Vito Matranga  nella casa di proprietà del possidente Tona Giovanni, papà della signorina Lia.

Per sopraggiunti problemi sull’affitto, il carabiniere dovette trasferirsi.

Trovò casa proprio nei vicini Matranga che gli lasciarono in segno di amicizia il piano superiore e scesero ad abitare al piano terra.

I “forestieri” trovarono in Milena persone molto ospitali.


La signora Concettina Cordaro, collaborata dalla Baruna (Anna Palumbo) moglie di Vito Matranga un onesto agricoltore nostro vicino di casa, e dalla figlia Maria, avevano reso la nostra dimora accogliente.

Non potei rifiutare secondo mia abitudine, di ricevere doni e omaggi, poiché così si usava, non volendo correre il rischio di recare offese e risentimenti, dovetti ricambiare le visite.

Maria Matranga con il marito Giuseppe Provenzano e il figlio Gioacchino

Maria Matranga con il marito Giuseppe Provenzano e il figlio Gioacchino

La padrona di casa, con fare cerimonioso e allettante e con l’insistenza propria della gente di campagna, ci offriva delle meravigliose pere appena colte in un loro frutteto prospiciente la casa.

Le pere erano in verità tanto appetitose; e la buona donna nell’offrircele diceva:

Mangiassi Brigadiere … Mangiassi Signora, tanto noi ai porci le diamo”.

La innocente battuta ci indusse al sorriso ed a mangiare quelle ottime pere.

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paganoIL NOSTRO RICORDO AI MARTIRI CHE LOTTARONO PER LA LIBERTA’ E LA PACE IN CINA

Si celebra in questi giorni il 20° anniversario della strage di Piazza Tienanmen.

tienanmenIn quei giorni di caldo e afoso giugno gli studenti universitari di Pechino che chiedevano più democrazia e cibo, (ormai nelle mense non si mangiava più) furono massacrati dall’esercito cinese. La polizia di Pechino infatti si rifiutò di sparare sugli studenti inermi e per compiere quel massacro il PCC (Partito Comunista Cinese) inviò militari da altre regioni, che pare furono anche drogati per fare il criminale servizio.

Gli aguzzini utilizzarono carri armati, gas lacrimogeni, armi automatiche e lunghi coltelli; si sparava a chiunque, l’ordine del Partito era infatti di fare piazza pulita e di sgomberare la piazza.

La Piazza Tienanmen quella sera fu bloccata dall’esercito; le migliaia di studenti presenti nella piazza non ebbero vie d’uscita e per cercare di sfuggire alla mattanza perpetrata dai carri armati andavano avanti e indietro. I carri armati, in pratica passarono anche sopra le tende dove stavano molti studenti accampati, affamati e disidratati. Le vittime non furono 2.600 come dissero le fonti governative ma almeno il triplo. Padre Politi, direttore di Mondo e Missione racconta che sotto Piazza Tienanmen esiste una città nascosta, piena di palazzi, uffici, dove sta la numenklatura del PCC. Addirittura sottoterra ci sono grandi autostrade, pronte per fare uscire i capi comunisti che tra l’altro non girano mai per la città.

Quel 3 giugno i carri armati che fecero la mattanza uscirono da sotto la piazza. Chai Ling, una dei leader degli studenti del 1989 e che è riuscita a fuggire in clandestinità, ha raccontato la scena del massacro. Il suo è un racconto drammatico che dovrebbe essere narrato in ogni emittente e che si può leggere sul sito del Pime (Pontificio Istituto Missioni Estere):

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San Marco

San Marco

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 14,12-16.22-26.
Il primo giorno degli Azzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: «Dove vuoi che andiamo a preparare perché tu possa mangiare la Pasqua?».
Allora mandò due dei suoi discepoli dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo
e là dove entrerà dite al padrone di casa: Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, perché io vi possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?
Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala con i tappeti, gia pronta; là preparate per noi».
GESSSjpg1I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono per la Pasqua.
Mentre mangiavano prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo».
Poi prese il calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti.
E disse: «Questo è il mio sangue, il sangue dell’alleanza versato per molti.
In verità vi dico che io non berrò più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo nel regno di Dio».
E dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.

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